È un periodo molto caldo per Instagram. La gente va al mare, la tintarella è assicurata, l’Italia è sempre il paese con le coste più incredibili e variegate, e la gente su Instagram imbroglia, froda, truffa.
Che c’entra? Non lo so, ma parlando di caldo, ci siamo scaldati un po’ tutti su questo argomento. Ognuno ha detto la sua (mi dicono dalla regia che si chiama democrazia e che è giusto). Tu hai detto la tua, io la mia, ognuno la sua, ci siamo lamentati, abbiamo scavato a fondo nel lato più becero di Instagram, abbiamo toccato il fondo e poi abbiamo preso a scavare anche più in profondità. Cosa ne abbiamo tirato fuori? Persone scorrette, sedicenni con profili da svariate migliaia di seguaci che manco le star del cinema (ma chi sono? Non si sa. Che fanno? Boh, prevalentemente selfie). E ancora finti influencer che non influezano manco la mamma su cosa preparare da mangiare per pranzo, pseudo fotografi, pseudo personalità, pseudo persone che fondamentalmente, devi sapere che non fanno altro che nutrire bulicamente il loro ego insoddisfatto con tali pratiche. È di questo che si tratta: una voglia incontenibile di sentirsi qualcuno di importante, di darsi un valore in qualche modo, di sentirsi finalmente agli occhi del mondo di valere qualcosa. E fino a quando ci sarà domanda, che grida ed esige popolarità, riscatto, voglia di sentirsi qualcuno, ci sarà sempre offerta. Ci saranno sempre servizi loschi e truffaldini, e persone ossessionate da quest’insta-fama che sentono l’urgenza di raggiungere. Sara Melotti è scesa così tanto nei dettagli di tali pratiche, ha steso così tanti veli pietosi che ha finito le mollette per tutta la comunità. Eppure, manca qualcosa di importante in tutto ciò.
Parlare delle pratiche scorrette è giusto, anche arrabbiarsi e sentirsi amareggiati nello scoprire che praticamente il 70% della community parla liberamente e senza vergogna alcuna di servizi a pagamento per dopare i propri numeri. In alcuni gruppi Facebook non si fa altro che rincorrere ossessivamente quel numerino là in cima. Alle 7 del mattino c’era già qualcuno che chiedeva “ma non cresco, non cresco abbastanza, ma che posso fare, sto provando tutti i bot possibili“, manco si trattasse di un deficit di GH che gli impediva un normale sviluppo durante la pubertà. Ecco questo dà la dimensione del disastro che è diventato Instagram. Ma siamo onesti: questo si intuiva già da prima, dall’articolo di Sara abbiamo acquisito la certezza del fenomeno e possiamo elencare i vari servizi come in una lezione di social media marketing. Ma oltre tutto il nero? Oltre tutte le denunce e le critiche? L’ho detto, ci siamo scaldati tutti e ci siamo scagliati tutti contro chi fa uso di queste pratiche, ma sarebbe bello anche concedere un briciolo di redenzione per chi è caduto in questa trappola dei social, e qualche regola di buon vicinato per chi è alle prime armi e vuole soltanto crescere in maniera onesta. Non si cresce più come prima, questo è vero, è un dato di fatto di cui sono consapevole guardando il mio account, ma si può essere un utente di successo anche senza imbrogliare, si può intraprendere un percorso soddisfacente senza scendere nel buco nero della truffa. Ed è questo di cui vorrei parlare con te oggi. Perché instagram è una community, una comunità, un posto in cui dovresti crescere, tecnicamente e umanamente, arricchirti umanamente prima che economicamente. È come un enorme vicinato, perché dai, è proprio vero che tutto il mondo è paese, e Instagram me l’ha confermato. Mischio il mio dialetto tutti i giorni con Claudia da Palermo, o mi ritrovo negli stessi sfoghi di Stefania dalla Sardegna, e rido come una pazza con Giorgia dall’Abruzzo. Quello che vorrei cercare di fare oggi non è lamentarmi delle cose che su Instagram non vanno assolutamente bene, perchè ormai le sappiamo, ma vorrei dirti cosa puoi fare per farle funzionare meglio, ti porterò tra l’altro la mia esperienza come esempio, e quello che alcune persone mi hanno raccontato riguardo la loro esperienza come utenti di Instagram.
1. Smettila di guardare i numeri.
Sono seria, smettila. Veramente veramente. Quel numero non significa niente. Io davvero non so chi ti ha messo in testa questa storia che servono i K per essere qualcuno nella vita, o che solo così sei popolare. È un po’ come quando a scuola solo se avevi quel paio di scarpe eri popolare, altrimenti no e non eri nessuno. Bene, io quel paio lì di scarpe nella vita non l’ho mai comprato. Ho sempre portato le mie scarpe di tela semplicissime e ciò non mi ha impedito di essere comunque qualcuno di cui essere soddisfatta. E lo stesso vale per quel numerino per cui ti sbatti tantissimo, non ne hai bisogno per essere qualcuno di interessante o popolare. Non ne hai bisogno per tanti motivi e per tanti aspetti ma ora te ne dico un paio.
Bene, ammettiamo che ce l’hai quel numero là sopra. Ma sono finti, o completamente disinteressati a te, sono arrivati con qualche bot sul tuo profilo e per gentilezza ti hanno messo il segui perchè hai fatto il sempiterno follow/unfollow. Ma ripeto, non sono interessati a te. E’ questo che cerchi? Un esercito di disinteressati? Io non lo vorrei. Sai che tra l’altro è la pratica che gli utenti su instagram percepiscono in maniera più negativa in assoluto? Devo dire che è stata una delle testimonianze più frequenti, ma ti leggo quella di M.
La trovo odiosissima, soprattutto quando mi iniziano a seguire anche bei profili, tutta contenta anche io ricambio, e poi scopro dopo pochissimi giorni che non mi seguono più. E francamente smetto di seguirli. La disonestà non mi va proprio giù.
Secondo, mettiamo sempre che hai quel numero, e mettiamo che qualche agenzia di quelle ancora ferme a Internet Explorer ti dia una collaborazione. Si, ci sono ancora agenzie di comunicazione ferme all’età della pietra, che scelgono e campionano i loro creatori di contenuti solo guardando il numero di seguaci, e pensando “Si, 50 mila persone vedranno il post, via offriamo una collaborazione”. Io non so se sono indecentemente naive, o tonti. Ma in ogni caso, vorranno un report. Che dati gli presenterai? E soprattutto, sarai in grado di gestirlo? Credo di no, perchè hai investito tutto il tuo impegno nel cercare di far aumentare un numero, ti sei dedicato all’intonaco della facciata della tua attività, ma che mi dici delle sue travi? Sarà comunque un lavoro scadente, e per di più, a cui nessuno è interessato. Hai fallito, sia dal punto di vista creativo che strettamente legato al marketing. Non avrai dato niente all’azienda. E non ti richiameranno più, i tonti eh. Figuriamoci che possibilità hai in prospettiva con le agenzie serie. E sappi che le aziende si tengono d’occhio tra loro. Le cattive voci corrono assai più veloci delle buone. Terzo, ti dirò un segreto. Ho ottenuto collaborazioni molto più ambite io, con i miei piccoli 17mila modestissimi seguaci, che tanti altri miei competitors con profili altisonanti con migliaia di seguaci in più. Vedi? Ti stai affannando a inseguire una cosa che non serve. Detto questo, cioè le cose da non fare, vediamo che cosa puoi fare per davvero.
2. I contenuti.
In tutta onestà, mi è capitato. Mi arriva una nuova notifica: un utente con 60 mila e passa seguaci mi ha appena messo il segui. Semmai non sta facendo neanche f/u, è venuto genuinamente a mettere il segui. Lì per lì mi faccio lusingare, penso “wow, mi segue, deve essere uno di quelli in gamba, ora ricambio”. Guardare quel numero, come vedi, può influenzare tutti, anche me, sono umana. Solo che poi scorro la biografia, compaiono i post, e lì ti cade il cuore nei calzini. Perchè i contenuti sono scadenti. E non ho voglia di vedere cose scadenti. E penso neanche tu voglia. Io voglio vedere bei contenuti quando sono su Instagram: paesaggi mozzafiato, ritratti emozionanti, scene di still life raccontate con cura e delicatezza. Voglio un contenuto che mi interessi, e che mi piaccia. Voglio la sostanza. Voglio una persona che se ha una macchina fotografica la sappia usare per fare belle foto, che mi emozioni, mi stimoli, mi ispiri. E penso che tutti noi vogliamo prima di tutto contenuti buoni e interessanti quando navighiamo, no? E allora è questa la prima cosa a cui devi pensare: cosa posso dare io a questa community? Perchè non si tratta solo di ricevere, se vuoi far parte di una community, ed essere apprezzata, devi anche saper dare. Perchè dovresti essere riconosciuta come un elemento valido se i tuoi contenuti non lo sono? Quindi chiediti: di cosa posso parlare e parlarne bene, in maniera costruttiva? Qual è il mio talento su cui investire? Inoltre, questo è un social dedicato alle immagini, il suo core è la fotografia, a cui devi però saper abbinare una buona capacità narrativa. Mi sembra evidente che la prima cosa che dovresti fare non è acquistare un servizio di automazione seguaci e like, ma comprarti un libro di fotografia o iscriverti a qualche workshop e imparare la fotografia. Non come si comprano i like.
3. Scendi dal piedistallo e interagisci
Questo è un altro atteggiamento molto sbagliato che vedo, su parecchi profili. Non fare mai l’errore di pensare che tutto ti sia dovuto, che gli altri debbano sempre essere lì presenti a glorificare il tuo lavoro e tu lì, ti bei di questa cosa. Ripeto, è una community, dovresti quanto meno ricambiare. E non sto parlando di inserirti in gruppi pod da mille mila utenti dove lasciarsi commenti inutili e sterili. Sto parlando di creare una cerchia di persone con cui quotidianamente confrontarsi, in maniera genuina e spontanea.
E infatti V mi ha scritto:
La cosa che più mi dà fastidio sono quegli utenti fantasma. Guardano le tue stories, ma non ti seguono. Oppure quelle che mettono mi piace, ma non commentano mai nulla. Il confronto dovrebbe essere la chiave di questo social, e sarebbe bello sapere cosa si pensa del lavoro che hai prodotto, perchè anche se non si hanno tanti seguaci c’è comunque un lavoro e un impegno dietro a ogni foto.
So già che qualcuno sta pensando: Ma a me non interessa sapere gli altri che fanno, e andare a commentare gli altri, non amo socializzare. Allora questo social non fa per te, non ne hai capito il senso più profondo. Mettiti tu youtube le ore intere a fare i tuoi sproloqui e fine. Inoltre, trovo molto maleducato chi non risponde mai ai commenti sotto alla propria foto. Non sei Beyoncé, fai questo sforzo e scrivi anche un semplice “grazie“. Infatti, ti lascio la testimonianza di R, che mi ha scritto:
Mi viene da parlarti di quelle persone che non degnano mai di una risposta ai commenti, non parlo delle risposte mancate e probabilmente “accidentali” a causa di un flusso elevato di commenti, ma di quelle persone che sistematicamente lo fanno di proposito, con tutti, e non solo con me. Alla fine questo è un social, e se non ti va di parlare con gli altri, che cosa ci stai a fare?
E io la penso esattamente come R. Ti dirò di più! Per me, anche solo lasciare un semplicissimo “Buongiorno” sotto le foto delle persone che seguo, significa avere un pensiero per quella persona. E’ un dire “eccomi, buongiorno a te, spero tu abbia una buona giornata, e sappi che sono sempre qui pronta a supportarti!”. Secondo me, questo è fare community. E per favore, evita commenti inutili ridotti a una semplice emoji: non dicono niente, non servono a niente, e finiscono di svilire chi ti sta di fronte, che si sente ancor di più preso in giro (almeno per me è così, equivalgono ad imbrattare un post giusto per attirare l’attenzione su di te).
4. Onestà prima di tutto
Ti sembrerà strano, ma la gente è satura di contenuti ai limiti della credibilità, di gente continuamente in vacanza, di posti super fiabeschi e per lo più irraggiungibili e inafferrabili per le tasche di tutti. A un certo punto si sente l’esigenza della realtà delle cose. Così come esse si presentano. Dov’è finita la vita vera? Non necessariamente devi avere una vita tutta glitter e bollicine h24 per essere interessante, la gente vuole verità. Per esempio, F. mi ha scritto:
Si cerca sempre lo stesso angolo fotografato da tutti, nella home appaiono foto tutte uguali, di primi piani di ragazze, con vestiti rigorosamente lunghi ed occhi sognanti davanti a posti da favola, come se fosse la normalità della vita di tutti.
Sia chiaro, non ti stiamo dicendo di non condividere i tuoi momenti felici, ma appunto, fa’ in modo di condividere i tuoi momenti, non i riflessi di un momento di un’altra persona. La gente vuole la vera persona dietro quelle foto, con i suoi problemi, con le sue ansie, con le sue difficoltà. Ovvio, dall’altro estremo non puoi prendere Instagram come il tuo lamentatoio personale, ma la verità, così come essa si presenta nella vita di tutti i giorni, è apprezzabile. Sii te stessa/o e vedrai che le cose andranno meglio. Non scimmiottare nessuna star del cinema, non rincorrere una personalità che non è la tua, non è questo che ti si chiede. E non è questo che ti renderà migliore.
5. La bellezza del proprio stile
Questo è un tasto dolente, lo so già, però vale la pena parlarne, soprattutto visto il momento storico. L’ho scritto già qualche giorno fa in Stories, per chi mi segue su Instagram, ma voglio ribadirlo. E’ un periodo a questa parte che ha preso piede in maniera prepotente un certo stile, che vede gli arancioni saturati a palla, che si tratti di un paesaggio o di un ritratto. Vedo questa color ovunque, è diventata così abusata che praticamente a un certo punto ho iniziato a confondere i post di alcuni utenti pensando che li avesse pubblicati un’altra persona. Conclusione? Sono diventati tutti uguali, non si capisce più chi ha postato cosa, e proprio chi dovrebbe emergere in personalità, perchè è questo che viene chiesto, si è affossato, perdendosi in questo mare arancione indistinto. Come prima conseguenza, mi sono sentita in diritto di unfolloware qualcuno. Perchè avere 10 persone che fanno tutte le stesse cose, allo stesso modo? Ne tengo una, e amplio i miei orizzonti verso qualcos’altro (e qualcun altro che vede il mondo in modo diverso). E quindi arrivo a te, che semmai sei anche tu rapito da questo stile, e pensi che copiandolo potresti emergere anche tu, e ottenere gli stessi risultati. Non farlo. Prima di tutto, perchè finiresti nello stesso calderone degli altri. In secondo luogo, perchè le mode passano, e tu ritroveresti, tra qualche mese, a non aver investito in niente, spaesato, e disperatamente alla ricerca di qualcosa o qualcuno da copiare. Investi in te stesso, da subito, qualunque stile esso sia, che sia pure una color tutta viola, tutta rossa, tutta verde, qualsiasi, ma fa’ che sia la tua. Quella è la firma più grande che puoi mettere su un tuo lavoro fotografico. Cerca la tua voce in questo chiasso che grida sempre la stessa cosa. Così troverai la bellezza del tuo stile.
6. Non tacere
Vedi un’ingiustizia? Qualcuno che imbroglia? Non stare zitto e non fare finta di niente: è proprio su questo che di solito si basano i nostri cari amici. Come si dice a Napoli “zitt chi sap o juoc” ovvero “stia zitto chi conosce il trucco”. E invece no, basta stare zitti, e mantenere una cappa omertosa su chi imbroglia, solo perchè semmai sono super seguiti o super popolari, o perchè “tanto pure che lo dico cosa cambia?”. CAMBIA. Cambia perchè così tutti lo vengono a sapere, e se tutti lo vengono a sapere, lo viene a sapere anche chi investe in queste persone. Se vuoi che le cose cambino, devi prima di tutto cambiare tu atteggiamento verso le cose.
E possibilmente cambia anche il tuo modo di usare Instagram, è vero che ormai viene chiamato e definito per lo più come un Social Media, proprio perchè offre opportunità lavorative non indifferenti, ma per me resta prima di tutto un Social Network, una rete attraverso cui crescere e migliorare. Spero davvero di averti aiutato a trovare un punto di vista diverso, che poi dovrebbe essere l’unico punto di vista con cui usare questo Social. E’ una piattaforma per creativi, per chi vuole mostrare al mondo le proprie passioni attraverso la fotografia. Non è sul fondo di un numero finto di like che troverai chi sei e quanto vali, ma solo investendo su te stesso e facendo qualcosa che dimostri chi sei.
Pingback: Account creator di Ig: scopriamolo insieme • Cappuccino in the Clouds