Instagram: cosa fa davvero la differenza

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Instagram: cosa fa davvero la differenza

Mi è capitato di sentirmi porre una serie di domande a volte imbarazzanti, a volte spiazzanti, a volte semplicemente irritanti concernenti l’argomento “seguaci” su Instagram, e in particolare riferite al mio profilo. Vi faccio una breve ma intensa carrellata per farvi entrare nel mood:

 

Come mai hai più di diecimila persone che ti seguono su Instagram? Come mai il tuo contatore continua ad aumentare? Come fai ad averne così tanti? Come fai ad avere così tanti likes e commenti? 
 
Potrei continuare ma è inutile, penso abbiate capito l’antifona. Faccio una precisazione: questo non è post di auto-elogio, le domande sono state poste a me, come penso a tantissimi altri iger con profili affini ai miei. Quando è capitato a me di dover rispondere a queste domande, ho semplicemente cercato di rispondere all’interessato in maniera quanto più sincera e onesta possibile, in modo da trasmettere quel poco che ho capito di questo social. La cosa bella è che ne è venuta fuori una riflessione piuttosto coerente (qui ovviamente poi interverrete voi dicendomi se effettivamente è coerente oppure no) sul perchè alcuni profili abbiano successo e altri no.
La parte irritante di quella sfilza di domande è proprio quella che comprende il “perchè hai così tanti seguaci?“.

Non mi reputo assolutamente una fotografa, non lo sono per niente, non lo sarò mai perchè non ho il tempo di dedicare a questa complicatissima arte il tempo necessario per studiarla come si deve, come e quanto è fondamentale per ritenersi un fotografo. L’avrò ripetuto alla nausea. Eppure la cosa mi ferisce, perchè ci sono momenti in cui guardo un mio scatto e penso che ci sia qualcosa dentro quell’ammasso di pixel. Qualcosa di piacevole, qualcosa di emozionante, non soltanto per me, ma anche per un estraneo. Alcune mie fotografie sono delle vere scemenze e dei veri e propri mostri, frutto di una mancanza di preparazione in campo fotografico. LO SO. Altri invece penso che possano giustificare il fatto che un nutrito gruppo di persone decide di premere il famoso tasto segui. E così vale anche per tantissimi altri. Ho deciso di raccogliere semplicemente i vari consigli, estrapolati da diverse conversazioni avute con diverse persone su Instagram, che mi chiedevano consigli o spiegazioni riguardo cosa fa la differenza su Instagram. Cosa decreta il successo o l’insuccesso di un profilo.

Il contenuto : ho qualcosa da dire? Ho qualcosa di interessante da mostrare a chi è dall’altro lato dello schermo? Mi sembra ovvio che un feed Instagram stracolmo di selfie più o meno imbarazzanti davanti a uno specchio, seduti su un bidet o semplicemente con una delle solite bocche atteggiate a grandi dive non vi porterà molto lontano. Può interessare vostra zia, che vi vuole tanto bene, o i vostri amici di scuola e compagni di università. Ma il tutto si ferma lì. Oppure diventerete la succursale di Tinder. Ma non penso fosse questo il vostro obiettivo principale.

Il mio scopo è ad esempio mostrare il mondo attraverso i miei occhi: cosa colpisce me, i miei luoghi del cuore, mostrare come nell’ordinario si può talvolta nascondere qualcosa di straordinario. Come anche un piccolo insignificante dettaglio può essere veicolo di bellezza. E questo può passare attraverso diversi generi fotografici come la fotografia di paesaggio, la fotografia promozionale o la still-life.
La pazienza: la maggior parte vede quello che mostro oggi, 12 Luglio anno del Signore 2017. Ma io sono in realtà su Instagram da tre anni ormai. E ho cominciato esattamente come voi. Con foto veramente di merda fatte dal cellulare (in realtà il problema non è il cellulare ma le foto di merda,questo è meglio precisarlo subito). Ho iniziato a seguire altri profili che erano affini al mio gusto personale, al mio tipo di “fare fotografia”. Ho cercato di capire cosa mi piacesse dei loro scatti, cosa non mi piacesse di quello che vedevo, e lentamente ho imparato guardando gli altri. Poi ho cominciato a comprare libri di fotografia, ovviamente. Non prenderò mai un diploma o una laurea in fotografia, ma se volete fare qualcosa di decente o almeno imparare a usare una macchina fotografica, un minimo di studio va fatto. Questo penso vada fatto sempre, in generale. Studiate dai migliori, senza mai appiattire la vostra personalità e copiare spudoratamente. Guardare il lavoro altrui, di chi è sicuramente migliore di noi è un grande esercizio per gli occhi, e ci fa capire cosa noi stiamo sbagliando nei nostri lavori. E’ un consiglio trito e ritrito ma l’unico davvero valido che mi sento di darvi. E soprattutto armatevi di pazienza. Se volete fare le cose per bene, e in maniera onesta, ci vuole tempo. Non fidatevi mai di chi vi dice che in una settimana ha ottenuto tutto. Ha barato. E non vi servirà a nulla.
La costanza: non potete fare che un giorno pubblicate 15 fotografie (irritando anche parecchio chi vi segue e si ritrova la dashboard intasata di vostre foto) e poi non pubblicate nulla per mesi e il vostro profilo diventa il nuovo deserto del Gobi. Bisogna essere costanti. Nessuno qui ha il tempo di fare uscite fotografiche tutti i giorni, o tutte le settimane. C’è chi lavora, chi ha l’università, chi ha gli esami e resta chiuso in casa per settimane a lacerarsi per l’ansia (io). A volte penso che sia questo l’unico motivo per cui ho un seguito. Ogni giorno, tutti i giorni, da mesi o forse anni, pubblico una foto al giorno. Mi gestisco in modo da avere qualcosa da pubblicare per il giorno seguente,sempre. Ed è inutile che mi guardate con quella faccia di chi ha appena scoperto che la Befana non esiste. Sopratutto se fate fotografia, e se avete una reflex, e se fate post produzione, non esiste più l’Instagram inteso come ISTANTANEO. Perchè le fotografie diventano gioielli da limare, ci vuole tempo, una fotografia può richiedere anche un’ora abbondante per diventare esattamente come l’avevano vista i nostri occhi in quel fatidico momento del click (per non mettere se avete un computer del 1518 come me che va ancora a carbone). Ebbene, la Befana non esiste. Fatevene una ragione e cominciate ad organizzarvi l’album.
Le persone: i piedistalli vanno bene per le statue, non per la gente, ancor di più su un social. Tanto più su Instagram. Pensare di crescere semplicemente pubblicando le tue foto, aspettando che qualcuno ti metta un like e ti commenti,  mentre tu sei lì, in attesa di tutto questo, significa siglare in partenza la tua più grande sconfitta. Scendi dal tuo piedistallo, entra nella mischia. Il mio più grande successo è stato questo: la gente che ho conosciuto. Non ho lacune affettive, ho un fidanzato splendido, due amiche altrettanto meravigliose, una famiglia adorabile, ma sveglia! Si chiama social network. In teoria dovresti costruirti una rete di conoscenze e amicizie. Segui persone che fanno quello che fai tu, a cui piacciono le tue stesse cose. Confrontati con loro. Può essere prima di tutto un modo per migliorare (e credimi, i miei “miglioramenti” li devo ad alcune persone che giorno per giorno mi danno consigli e dritte di natura fotografica). Non sono su Instagram per farmi dire soltanto “Wow che bella”. Devo tanto alle persone che ogni giorno hanno il tempo di dedicarmi cinque minuti per lasciarmi un commento carino, ma devo ancora di più a chi si ferma e mi dà un consiglio, a chi mi lascia una critica costruttiva riguardo il mio lavoro. “Hai scontornato male. Hai sovraesposto troppo. Si vede troppo il micromosso.” Questi ultimi, valgono ancora di più. E impara ad accettare i pareri altrui, non chiuderti nella tua campana di vetro fatta di commenti carini e pretenziosi. Impara a capire che ogni critica, se fatta con cognizione di causa, e fondata, è un dono enorme.
Il segui. Impara anche tu a seguire, seguire davvero gli altri. Non cliccare segui a casaccio, solo perchè così avrai più seguaci. E’ un modo estremamente sbagliato, perché non è detto che chi ti ricambia è veramente interessato, così come tu in realtà non eri interessato davvero al suo profilo. Io per prima seguo pochissime persone, e non perché sono una spocchiosa come molti pensano. Cè un motivo se mi comporto così. Prima di schiacciare il famoso pulsante segui mi chiedo: “E’ un profilo che mi piace tanto? E’ un profilo che sono disposta a seguire ogni giorno, di cui mi piacciono le foto a tal punto di lasciare anche un commento quando ho il tempo, perchè apprezzo davvero il lavoro di quella persona e mi fa piacere contribuire alla sua crescita?“. Se la risposta a tutto ciò è si, allora seguo quel profilo. E infatti seguo solo profili che mi interessano davvero, con cui interagisco quotidianamente. E spesso vengo ricambiata, perché anche l’altro probabilmente ha visto nel mio profilo qualcosa di gradevole, e probabilmente si è posto le stesse domande, a cui ha risposto affermativamente. Vedrai che si delineerà una cerchia tua, di persone che giorno dopo giorno imparerai a conoscere, diventeranno parte della tua quotidianità virtuale. Perchè prima di tutto, dietro quel numerino ci sono persone. Vere, splendide, in carne ed ossa. Con cui io ho legato, con cui a volte messaggio addirittura fino a tardi alla sera, commento un telefilm che mi piace da morire, o confesso le mie preoccupazioni universitarie. Con qualcuna ho condiviso il giorno della mia laurea, un’uscita insieme, le mie paturnie.
E sarà splendido, non perché hai raggiunto un numero, ma perché hai raggiunto delle persone.

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