Se ti racconto com’è nata l’idea di questo post probabilmente mi prendi per pazza e faresti anche bene. Si parlava d’altro, ma proprio tutt’altro e ho iniziato ad elencare cose che mangio a Napoli quando sono in città. Arriva un direct di questa ragazza troppo carina che mi dice “Ho fatto lo screenshot di questa stories per salvarmi tutti i luoghi che hai elencato e le cose buone che hai mangiato, così quando scendo vado proprio li“. E ci ho pensato, e mi sono detta “cavolo! Ho parlato di qualsiasi cosa ma non ho detto se qualcuno viene “a casa mia” dove deve assolutamente mangiare“. E quindi ho provveduto. Beccati dieci posti in cui devi proprio mangiare a Napoli.

Pasticceria Attanasio
Non è una semplice pasticceria. E’ la pasticceria. Perchè a Napoli è un po’ così, ci mettiamo tutti il cuore in tutte le cose che facciamo. E’ qui che Enzo mi ha offerto la prima sfogliatella insieme. Mesi dopo mi avrebbe raccontato che quella mattina in cui avevamo perso tutti i corsi all’università perchè bloccati in pullman, non poteva sopportare l’idea che tornassi indietro a casa e lui andava al Policlinico. E così arrivati a Napoli ha proposto sfogliatella e giro sul lungomare sia a me che a un mio amico, pur di trovare una scusa per chiedermi il numero e passare del tempo con me. Devo aggiungere altro? Si aggiungo, perchè ti ho raccontato solo cose smielate, ma non ti ho detto niente della pasticceria. E’ piccolina piccolina, ha ancora quei banconi in marmo di tanto tempo fa, e le icone votive appese alla parete, il forno in bella vista che emana un profumo da far svenire chiunque. E le sue sfogliate per me restano le più buone di Napoli. Si trova poco distante da piazza Garibaldi, infatti è il primo posto da cui cominciamo i nostri giri a Napoli al mattino. Tranquillo, ti lascio il geotag di tutti i luoghi
Mary
Continuo l’itineriario goloso, e andiamo direttamente in centro. Lei è Mary, è famosissima ovunque nel mondo, ma penso che la cosa più buona in assoluta che faccia sia il babà, ma anche la sfogliatella è buonissima. Si trova proprio sotto alla galleria Umberto, appena entri, quando arrivi da via Toledo. Di solito è l’ultima tappa, quella che facciamo quando vogliamo portare qualcosa a casa. Mary non è una pasticceria, è un’istituzione.
Poppella
A Napoli nevica raramente, però c’è un signore che ha portato in città il fiocco di neve più goloso del mondo. E’ Poppella, che si trova alla Sanità, il quartiere di Totò. Lo avrai sicuramente sentito nominare per questa sua specialità, che lo ha fatto partecipare e vincere anche la puntata di Cake Star dedicata alle pasticcerie napoletane. Il fiocco di neve non è altro che una brioche con un ripieno di ricotta e crema. In realtà la ricetta è segretissima, il signor Poppella ci tiene che resti così, quindi posso descrivertela molto poco. Vai e mangia. E già che ci sei, ti fai un giro al palazzo dello Spagnuolo.
Gay Odin
Voglia di dolcezze cioccolatose? Ci pensa Gay Odin. Un biglietto solo andata di terza classe ed in valigia tutti i risparmi messi da parte. Inizia così a fine ‘800 il viaggio verso Napoli dell’allora ventireenne Isidoro Odin, giovane cioccolatiere di Alba. Isidoro subisce il fascino di quella folla che anima fino a notte fonda via Toledo, quella folla che rappresenta lo spirito della città e che è stata d’ispirazione per i più famosi scrittori e pittori dell’epoca. Tra sartorie e caffè inizia a diffondersi un profumo nuovo, tutta la città inizia a parlare del giovane forestiero che sta addolcendo la vita dei napoletani. Nasce così un posto magico, a metà strada tra un laboratorio e un negozio: è la prima bottega Gay Odin, semplice ma elegantemente arredata tanto da essere stata inserita tra i locali storici d’Italia. A via Toledo trovi quindi un’altra istituzione, cinquantametri più giù rispetto a Mary.
Scaturchio
E’ questa la cosa che amo di più di questa città. Si sperimenta sempre, nascono nuovi dolci, nuove stranezze, dentro e fuori ai quartieri, ma non muore mai la tradizione e i personaggi che hanno fatto la storia della pasticceria napoletana vivono per sempre. E’ il caso anche di Scaturchio, pasticceria storica di Napoli, dove potete davvero mangiare di tutto, ma sapete cosa dovete assolutamente provare qui? La pastiera. E’ il tipico dolce pasquale, ma francamente, lo mangerei tutti i giorni dell’anno. Provare per credere.
Pronti a passare al lato rustico? Mangiare a Napoli non significa solo sfogliatella e babbà, e ora lo vedrai.
Pizzeria da Michele/Pizzeria Sorbillo
Qui tocchiamo la poesia, non parliamo di mangiare una pizza a Napoli, parliamo di mangiare LA pizza a Napoli. Ti lascio scegliere, noi napoletani per primi portiamo avanti guerre civili per stabilire chi sia il migliore tra i due re della pizza napoletana. La cosa bella è che in realtà sono due persone eccezionali, che spesso collaborano per dare a Napoli il meglio. In cuor mio però, posso dirti che la mia più totale devozione la dò a Michele, per me è lui la quintessenza di Napoli. Giulia Roberts ci ha girato “Mangia Prega e Ama” qui, di questa pizzeria si parlava nell’omonimo libro. Non stai mangiando una pizza, stai assaporando un patrimonio dell’umanità.
Pizzeria Di Matteo
Di Matteo è la base delle nostre scorribande in centro, o dopo un esame, o dopo qualsiasi altra cosa che però richiede la frittatina. Se io ti dicessi cos’è la frittatina, probabilmente mi guarderesti disgustata, con ribrezzo chiuderesti questa pagina e mi daresti della pazza. Quello che però tu non sai è che a Napoli è così: è tradizione, è costume, non si butta niente. E dove gli altri vedono uno spreco, i napoletani vedono un potenziale e ci hanno fatto la frittatina. Il mio consiglio è: vai da Di Matteo, siediti, ordina una frittatina, goditela, e poi mangia una pizza, che questa è secondo me (togliendo Michele e Sorbillo) la seconda pizza più buona di Napoli. Ma sulla frittatina, Di Matteo non si batte. Inoltre, è un locale davvero caratteristico. Quando ci andrai, capirai. Anche su questo, dove gli altri ci hanno visto una colonna di appartamenti, Di Matteo ci ha visto una pizzeria multipiano.
Pizza Fritta di Zia Esterina (Sorbillo)
La mia seconda passione, oddio ormai non so più quale sia la prima la seconda o la terza, ti so dire che comunque la pizza fritta è un’altra espressione della goduriosità gastronomica napoletana. Una pasta fritta che racchiude ricotta, pomodoro, pepe e provola, e tu non sai se scottarti o mangiare o inzaccherarti tutta di ripieno. E’ stato amore al primo morso, colpo di fulmine al secondo, amore eterno al terzo. Mi piace troppo quella di Zia Esterina, che non è altro che una catena del mitico Sorbillo. Lo trovi proprio in zona piazza Plebiscito.
Tandem
Ok, qua lo ammetto. Io non amo particolarmente il ragù, però francamente questo è un problema mio e soprattutto una mia mancanza, perchè a Napoli il ragù è una religione e Tandem è il suo profeta. Immaginate questo sugo tipico napoletano, e poi immaginate che venga declinato in tutte le varianti. Nella pasta, nel panino, accompagnato con un bicchiere di vino. Anche questa è tradizione, si trova a pochi passi dal centro storico, e una capatina la merita. Provare per credere.
Pizza a portafoglio a Port’Alba
A Napoli il Mc Donald non prenderà mai piede, e non prenderanno mai piede i fast food, perchè il fast food a Napoli esiste praticamente da sempre. Con 1 euro e 50 a Port’Alba compri la pizza a portafoglio, ecco perchè. Immagina la pizza napoletana classica, ma in formato più piccolo, che viene piegata a libretto con una tale arte che solo qui puoi vedere una cosa del genere. Te la porgono, calda calda, e la mangi per strada. A metà tra lo street food e il gourmet, merita.
Spero che questo riepilogo ti aiuti a goderti Napoli e la sua cucina, ti aiuti a prendere tutti i kg che ti servono per perdere la dignità e ad apprezzare la città che per me, è la più bella del mondo. Mangiare a Napoli è un’esperienza unica, e sono sicura che me lo confermerai!
Hai altri cinque minuti?
Se oltre ad un buon giro gastronomico sei anche interessato alle meraviglie culturali di Napoli, allora vieni, ti mostro i dieci posti da non perdere!
Bellissimo articolo! Quello scritti dai “locali” sono sempre i migliori per avere indicazioni sui posti tipici 🙂
Esatto! Lo penso anche io! Di solito chi scrive di viaggi pensa sempre a guardare fuori dal proprio giardino, e non sa che di solito c’è chi vuole semplicemente essere raccontato della propria casa. Perchè anche quella può essere interessante e meta di visitatori.
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