Flatlay: dall’alto è tutto più interessante!

Flatlay: dall’alto è tutto più interessante!

Il flatlay e l’ l’arma vincente per la maggior parte dei blogger. Con pochi, semplici accorgimenti, si ottengono scatti di impatto e molto gradevoli. Probabilmente ormai non sono più d’impatto come una volta, proprio perchè è diventata la tecnica più sfruttata e amata, surclassando la solita vista frontale e a 45 gradi. Flatlay significa appunto “vista piatta”. E’ una tecnica che ha la capacità di raccontare scene di vita quotidiana (e non) in maniera piuttosto schematica.

Ma come si fa a creare un flatlay decente?

Bella domanda! E devi sapere che non c’è una risposta univoca, una bacchetta magica, o una tecnica precisa per assicurarsi una buona fotografia flatlay. Non esiste per nessun genere fotografico, figuriamoci per questo, che spesso è molto soggettivo e dice tanto del fotografo. Cerco però di darti qualche consiglio per provare la prima volta a fare qualche foto discreta.  

1. Quando usarlo

Generalmente sono proprio i profili food ad usare molto questa tecnica. Sai perchè? Per catturare al meglio le texture dei propri piatti. Una crostata, un piatto molto elaborato. A 45 gradi perdi la visuale della tramatura, mentre dall’alto con i flatlay ne apprezzi a pieno la qualità. Idem anche nel settore fashion, quando si vuole esaltare semmai la trama di un abito. Ma ovviamente le opzioni sono infinite, così come i campi di applicazione. Però insomma, la regola vuole che se c’è una trama, il flatlay è la scelta migliore.

2. Perchè usarlo

E’ la tecnica ideale quando si vuole raccontare una storia, partendo da un oggetto, o da qualcosa di molto intimo. Uso spesso i flatlay sia quando:
 
  • devo realizzare scatti pubblicitari. Sembra strano, ma è un modo di far vedere il prodotto in azione, nel suo papabile habitat una volta comprato. Come lo useresti? In che modo diventa poi parte della tua vita? Non è una cosa banale. E’ facile far vedere che una cosa è bella e ha un bel design. Più difficile è mostrare poi come diventa parte integrante della nostra vita.
  • voglio parlare della mia vita. Siamo le mille piccole azioni, i mille piccoli gesti quotidiani che facciamo ogni giorno: la colazione in un certo modo, prendere il caffè in quell’altro, studiare o leggere un libro in un altro ancora. E’ lifestyle, di quello più intimo, perchè parla di te, attraverso le tue mani, o una qualsiasi altra parte del corpo.
  • mi rilassa. I flatlay richiedono tanta pazienza, perchè significa allestire il più delle volte un vero e proprio set. Scegliere con cura quali props (oggetti di scena) usare, quali sono i più adatti, come disporli per rendere al meglio l’idea. E non è banale. Il colore di una tazza può fare una gran differenza.
 Guardiamo insieme qualche scatto che ho realizzato, e ti spiego perchè in quel caso, il flatlay ha dato il meglio di sè.

 

Immagina questo scatto realizzato da una prospettiva frontale. Non avresti avuto la stessa percezione e chiarezza del modo in cui tenevo lo schiaccianoci, quel gesto tramandato da vecchie tradizioni familiari.

Ancora un gesto semplice, automatico, come quello di scrivere un appunto sull’agenda mentre si prende una tazza di caffè. Dall’alto in questo caso dà la sensazione di essere lì, a sbirciare e scrivere quell’appunto con me. Lo scatto crea un coinvolgimento diverso.

In ultimo, come ti dicevo, la scelta dei colori giusti. Uso sempre lo stesso set, un ripiano di legno, quindi colori caldi, che sanno di rustico. Una tazzina arancione, o di un qualsiasi altro colore neutro o caldo, non avrebbe creato lo stesso tipo di contrasto come è accaduto con quella azzurra. L’occhio viene colpito e registra in maniera indelebile il cambiamento repentino di colori caldi/freddi.
 
Mai sottovalutare il potere dei pattern, non soltanto nel food, ma anche per il travel. Le mappe diventano protagoniste straordinarie di uno scatto, riempiono, e dall’alto le apprezzi molto di più, come ho fatto io in questo scatto per raccontare del mio imminente viaggio.

3. Come realizzarlo

 Credo sia una delle cose più semplici del mondo, perchè una volta allenato l’occhio a decorare la scena in maniera ricca ma non eccessiva, il grosso è stato fatto, si tratta soltanto di immortalare la scena. Con qualche consiglio però:
  •  fotografa soltanto di mattina. La luce del sole è migliore di qualsiasi fonte luminosa tu possa pensare che esista. E’ calda, morbida, avvolge le cose sempre nel modo più giusto. A tratti mi commuove.
  • non esagerare. La scena deve essere ricca, ben allestita, ma non buttare cose alla rinfusa. Crea un legame tematico tra i vari oggetti che inserisci, e non esagerare con i props. Non si riuscirebbe più a capire chi sono i protagonisti dello scatto.
  •  fotografa soltanto vicino a una fonte di luce naturale, come per esempio un balcone o una finestra. Questa è essenziale. Io per prima allestisco sempre il set a terra alla porta-finestra della mia stanza, in modo da avere sempre la luce che filtra in abbondanza.
  •  props props props. Sta tutto nella tua immaginazione e nel tuo buon gusto. Tutti gli oggetti di arredamento, o della tua cucina, che ti piacciono o che stanno bene tra loro, possono diventare splendidi soggetti di una fotografia still-life. Perchè di still-life si tratta. E’ quella che Caravaggio un tempo chiamava “Natura Morta”. Lui prediligeva la vista frontale, come tanti fotografi di still-life continuano a fare.
  • macchina fotografica in posizione. Ora, hai due scelte. Se decidi di scattare la scena senza l’elemento umano, sta a te avere la pazienza e la capacità di stare dritta abbastanza da ottenere lo scatto preciso a 90°. Oppure puoi farti dare (letteralmente) una mano da qualcuno. Per la serie: scusa, mi poggi un attimo la mano qui e afferri la tazza? Click. Grazie gentilissimo addio. (Ciao sorella, grazie per tutte le mani che mi hai prestato!). Oppure, se non hai nessuno da scocciare, la soluzione migliore è il treppiede. Monti la macchina fotografica sul treppiede, prepari con immensa pazienza l’inquadratura in modo che sia quanto più ortogonale alla scena possibile (esistono però anche aste apposite per treppiedi, io non ne faccio uso però). Ti armi di telecomando di scatto remoto, oppure imposti l’autoscatto, e via, ti metti in posizione e diventi contemporaneamente anche soggetto dello scatto. (Anche questo, l’ho fatto parecchie volte quando non avevo nessuno da scocciare. Non sempre la scena però sarà esattamente ortogonale, e ti toccherà aggiustare un po’ la prospettiva. E’ un passaggio che io faccio in photoshop).
Trattazione a parte meritano poi i

Fondali o Backdrops

Il fondale è lo sfondo della tua fotografia. Può essere il tavolo di casa tua, la tua scrivania (non poche volte ho usato la scrivania) o un tavolaccio di legno comprato ad hoc dal falegname. Un backdrops apposito. Ma anche canovacci, tovaglie, lenzuola. Non mettere mai fine all’immaginazione. Io uso quasi sempre lo stesso backdrops per un motivo ben preciso: crea consistenza. Ti basta guardare rapidamente una mia fotografia, e riconosci subito il ripiano di legno, sempre lo stesso. Anche questo contribuisce a dare personalità al tuo scatto. La scelta del fondale giusto dipende soprattutto dalle tue esigenze. Vediamo qualche tipologia insieme:
 
  • Backdrops in legno. Hai molto spazio in casa, o una stanza dedicata alle tue passioni, puoi pensare di andare nei negozi per il fai da te e comprare un pannello di legno (70x70cm è già perfetto) e usarlo all’occorrenza. Un’altra soluzione, è tentare di andare di andare da un falegname, e chiedere se ha scarti di quelle dimensioni (o pagare per averne uno se non vi chiede un prezzo eccessivo).
 
  • Backdrops in vinile. Se non hai molto spazio in casa, come me, e non puoi permetterti un ripiano di legno di falegnameria, che spesso sono ingombranti, ma hai deciso che ti dedicherai in maniera seria a questo genere fotografico, ti consiglio di investire in un buon backdrops in vinile. Sono davvero ben fatti, adatti anche per poterci poggiare il cibo sopra, se si sporcano con un panno umido si ripuliscono in un attimo, e quando hai finito lo arrotoli e posi.
 
  • Stampare in copisteria una tramatura a tua scelta. Puoi scegliere di andare in copisteria, farti stampare una trama in alta risoluzione che ti piace, come una mappa antica, un pattern, qualsiasi cosa ti piaccia. Non te lo consiglio per un solo motivo: sono troppo delicati e non puoi poggiare cibo sopra la carta.
 
Un’altra soluzione davvero perfetta? Le lenzuola. Ma ancora, mappe, carte, atlanti, ripiani di marmo. Sbizzarritevi insomma.
 
Ricapitolando, per quanto riguarda invece il dove acquistarli:
 
1. Falegnameria (se cercate un ripiano in vero legno)
2. Negozi come Albrico, Bricofer et similia (non solo potete trovare i pannelli, ma spesso ho visto anche i vinili, credo a una decina di euro)
3. Negozi online come ad esempio: Texturit , che vi fornisce set di legno dipinti a mano proprio per set fotografici. Sono piccoli gioielli, un vero investimento.
 
Non so se sono riuscita a rispondere a tutte le curiosità possibili riguardo questo tipo di fotografia, ho cercato di focalizzarmi soprattutto sul modo in cui io ottengo questi scatti, il resto è tutta questione di pazienza, tempo e allenare l’occhio ad allestire scene quanto più gradevoli possibile.
Per qualsiasi domanda però sono qui pronta a rispondere, e perchè no, ad aggiornare questo post!

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Laura

    Il tuo blog mi ha letteralmente rapito: sono passata da un post all’altro trovando spunti sempre interessanti nelle varie categorie. Da un po’ di tempo cercavo un articolo dettagliato sul flatlay ed eccolo qua. Ora non mi resta che applicare con attenzione i tuoi suggerimenti e fare tanti tentativi.

    1. Sara Pagano

      Sei un tesoro Laura, grazie davvero! Sono contenta tu abbia trovato quello che cercavi! Se hai bisogno di qualsiasi altra cosa, o hai suggerimenti per un prossimo articolo sulla fotografia, su qualsiasi argomento possa interessarti, basta che mi scrivi! <3