E’ un tema a me molto caro, probabilmente gli dedicherò la mia carriera e tutta la mia vita, e sarà la sfida più grande dei prossimi decenni non solo per me, ma per il mondo intero: diventare una civiltà sostenibile sotto ogni aspetto della nostra quotidianità ,partendo proprio dai piccoli gesti. Non solo la natura è la nostra casa, ma dovrebbe essere sempre il modello da tenere come riferimento per le nostre vite. Ed è quello che fa ogni giorno Baabuk, o meglio, quello che fanno Galina e Dan, perchè non si tratta di un’azienda, si tratta di due persone con una storia, e con un sogno, quello di limitare l’uso della plastica e di tutte le fibre sintetiche usate per le nostre scarpe, in modo da creare un capo di abbigliamento comodo, bello, ma sostenibile. Come? Come si ottengono tutte le cose migliori: studiando. Cosa? Le tradizioni, con un occhio di furbizia.
Come tutto è iniziato: dalla lana
Si, le Baabuk sono fatte di lana, e ti sembrerà strano, sono utilizzabili sia d’estate che d’inverno. Mi dirai “Ma sei impazzita Sara, d’estate la lana?!”. Si. Però andiamo per gradi altrimenti non capisci niente, e invece questi due ragazzi hanno una bella storia, e per di più molto lodevole. Galina si fidanza con Dan, sono in Russia dai genitori di lei, fa un freddo bestiale, e allora i genitori di Galina prestano a Dan questa scarpe tipiche che si chiamano Valenki. Valenki in russo significa proprio fatto di feltro. Dan le vede, se ne innamora, ed ecco l’idea: prendono il prototipo russo e lo modificano: lo fanno in lana, lo fanno di design, lo fanno idrorepellente.
Perchè la lana? Non te lo aspetti, lo so, ma devo dirti due cose importantissime, anzi tre, riguardo questo materiale che noi, per cultura, usiamo soltanto d’inverno:
- Non puzza. E l’ho testato. Ho tenuto le mie scarpe al piede, nel mese di aprile, a Napoli, per tutta la giornata. E mi sono fatta i miei 4 km a piedi. Tornata a casa, le scarpe non puzzavano. Questo accade per un motivo molto semplice: la lana è traspirante, fa traspirare il sudore e tu quindi non ti riporti Chernobyl a casa. E tua madre è contenta.
- E’ fresca, davvero. La lana è un materiale termoregolatore, in particolare è un ottimo isolante, quindi tiene il piede al caldo d’inverno, e d’estate traspira, tenendolo fresco, e soprattutto asciutto.
- E’ idrofoba. In linea di massima non cattura l’acqua come la tela, proprio per via della sua costituzione, Dan e Galina poi sono andati addirittura sul sicuro innestando una cera che rafforzi l’impermeabilità. Non ho potuto testare quest’ultima caratteristica perchè per fortuna non piove da giorni.
Fino a qui tutto facile, ma ora arriva il bello. Dove le facciamo? Perchè oltre al cuore, oltre alle idee, ci vuole una valida materia prima, e soprattutto l’arte di un mestiere. E qui Galina e Dan hanno il secondo colpo di genio: prendono la strada del km quanto più zero possibile. Prendono la lana dalle pecore del parco naturale della Serra da Estrela, e instaurano una collaborazione con la gente del posto. Siamo in Portogallo, dove sono davvero tanto bravi e hanno una lunga tradizione con le scarpe. Le fanno proprio qui, in Portogallo. Mi dirai, eh le suole! Mica puoi girare con la lana in strada! vero. E infatti viene usato un materiale che si chiama TPR, e si ottiene dagli scarti delle materie plastiche rilavorate. Alla faccia del consumismo e di chi non rispetta l’ambiente.
E poi la parte per me lodevole: con questo progetto, hanno ridato una speranza e un lavoro a tanti disoccupati che dopo l’esodo dalle campagne erano rimasti senza un lavoro. Devo dirti che questo marchio, proprio per tutti i buoni propositi che ha portato avanti sin dal primo giorno, ha ricevuto la certificazione B-corp , ovvero viene riconosciuta tra quelle aziende in cui prima di tutto si cerca di fare del bene, ancor prima degli interessi. Vengono incentivate le assunzioni delle donne, si fa in modo che gli operai che lavorano nella sede in Nepal abbiano uno stipendio adeguato alle mansioni svolte, si cerca, giorno per giorno, di sviluppare un modello positivo di attività.
Dopo tante cose importanti, mi sembra doveroso passare alla parte più frivola e farti vedere il modello che ho provato io in quest’ultimo mese. Ho optato per la versione slipper in blu con lacci bianchi, anche se devo dire che hanno una serie di varianti ( tra cui quelle azzurre ) davvero una più bella dell’altra. La linea è bella, calza bene al piede, e soprattutto i colori sono freschi ed accattivanti, e mi sono innamorata di quella pecora stilizzata sul retro.
Ho deciso di parlare di questo brand in particolare di scarpe per un motivo: perchè ci credo. Perchè credo nei buoni sentimenti dei due fondatori, nel messaggio positivo che ogni giorno cercano di lanciare con le loro scarpette in lana. Credo che quando una cosa viene fatta col cuore, ha sempre una marcia in più. Soprattutto quando si affronta un tema delicato come quello dell’ecosostenibilità. Mi ha fatto piacere scoprire la loro storia, il loro marchio, e appoggiare una causa tanto nobile e bella, e mi sembrava doveroso condividere questo pezzo di bontà del mondo con voi.